Vajont - di Andrea Dal Mas

Basta un vaso pieno d’acqua ed un sasso lanciato al suo interno, il tutto vicino ad un formicaio… un gioco da ragazzi.

 

…ma se immaginiamo che il vaso sia milioni di volte più grande ed il sasso un intero versante di una montagna… beh, per le “formiche” di sotto il gioco diventa vera tragedia.

 

 

 

Sono passati 50 anni e da Longarone (BL) la diga è ancora lì in bella vista, immane opera di ingegneria costruita alla perfezione, solida e duratura, ai piedi di quel che resta del monte Toc, che non era pronto per accogliere la maestosa opera e nessuno ha ascoltato i suoi segnali.

 

L’acqua all’interno dell’invaso ora non c’è più, da parecchio tempo… ha scavalcato la diga e se ne è andata, portando via con se un intero paese e quasi duemila persone, la notte del 9 ottobre del 1963.

 

La Piave accolse tutta l’acqua ed il fango e con la luce del giorno dopo fece ritrovare macerie e corpi fino alla sua foce, in fondo al Veneto.

 

Oggi Longarone, Erto, Casso, Belluno, Pordenone… e l’Italia intera si ricorda di una tragedia che la storia ha raccontato in varie versioni… ma quella contenuta nel cuore e negli occhi dei pochi superstiti e molti soccorritori è la più vera e pesante da ricordare.

Nota editoriale: è per me un onore pubblicare oggi questa storia dell'amico Andrea, oggi che è il 50mo anniversario della tragedia immane che colpì il nostro Paese.

Grazie Andrea!

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Commenti: 8
  • #1

    maxfarphoto (mercoledì, 09 ottobre 2013 09:18)

    Ribadisco: GRAZIE ANDREA!
    Grazie per tener acceso il ricordo su questa tragedia

  • #2

    Andrea (mercoledì, 09 ottobre 2013 09:45)

    Grazie a te Max!
    Mio nonno è stato tra i primi soccorritori, la stessa notte gli arrivò la telefonata... e non ha mai voluto raccontare bene ciò che ha visto. Mia madre tempo dopo ha insegnato alle scuole medie di Longarone per 25 anni, un'intera generazione, e grazie a lei ed ai suoi racconti mi sono affezionato alla gente di quei posti e mio malgrado anche alla tragedia ed alle sue sfaccettature socio-politiche.

    Aggiungo anch'io una nota editoriale: le foto sono state scattate da me circa 10 anni fa con una piccola Rollei 35B (di mia mamma) e pellicola b/n. Il cimitero delle vittime del Vajont, nella frazione di Fortogna, ora è diverso da come lo vedete nella foto 2... è stato completamente "restaurato" e le croci sono sparite.

    Per approfondire consiglio vivamente la visione dell'opera teatrale di Marco Paolini, oltre che al film di Renzo Martinelli.

  • #3

    Stelvio (mercoledì, 09 ottobre 2013 11:55)

    Bell'articolo Andrea, è una tragedia molto sentita qui in Veneto, anche mio padre fu coinvolto nei primi soccorsi, un'esperienza che lo ha segnato, pochi giorni prima aveva anche lavorato alla manutenzione della diga, tornato nei paesi non trovò nulla di quello che conosceva.
    Sono luoghi da visitare per rendersi conto della portata dell'accaduto, ogni volta che ci torno corrono brividi sulla schiena, passeggiare per Erto ti conduce in una dimensione irreale.

  • #4

    maiemy (mercoledì, 09 ottobre 2013 14:09)

    La mia famiglia è la cosa più importante che ho. Senza i miei figli, mia moglie e la famiglia intera tutta, la mia vita non avrebbe senso.
    E in questa maledetta tragedia molte persone si sono trovate sole, senza più le persone care vicine, per l'arroganza, la stupidità e l'ingordigia di personaggi infimi e schifosi.
    Report come questo pubblicato, con a corredo foto stupende, devono essere diffusi e letti con attenzione, non solo per non dimenticare queste persone, ma anche perchè rimangano di monito a tutti.
    Grazie Andrea

  • #5

    Fabiano (mercoledì, 09 ottobre 2013 21:23)

    Dall'altra parte della diga c'è sempre un silenzio...

  • #6

    giulio (mercoledì, 09 ottobre 2013 22:31)

    Questa tragedia non dovrà mai essere dimenticata. come spesso accade l'uomo dà la priorità ai propri interessi e chissenefrega se questo può nuocere ad altre persone. E questa tragedia ne è l'esempio. Come ha detto giustamente Andrea, il monte Toc non era pronto per quell'opera...
    Grazie Andrea per aver commemorato le vittime del Vajont con questa testimonianza

  • #7

    Andrea (sabato, 12 ottobre 2013 16:40)

    Solo ieri sera sono venuto a sapere che a Venezia - Sestriere Santa Croce - Palazzo Ca' Bonvicini, è attiva fino al 25 novembre 2013 una mostra di vecchie (ma non solo) foto sul Vajont, dal titolo "Vajont, il risveglio delle coscienze" ... sono ancora in tempo per andarci!!

  • #8

    Domenico - Sem (domenica, 13 ottobre 2013 20:24)

    Io ci andai sei anni dopo, ero in servizio di leva a Tauriano di Spilimbergo e approfittando di un permesso di 24 ore mi recai con altri due amici a vedere quel luogo così devastato ... non vi dico per quanto tempo le immagini di quei luoghi mi rimasero negli occhi ... veramente un disastro.
    La scorsa settimana ho visto un documentario sulla tragedia e le testimonianze dei sopravvissuti, confesso che nonostante siano passati tanti anni avevo le lacrime agli occhi.
    Ho visto sia la versione teatrale di paolini che il film di Martinelli.
    Grazie Andrea per quest'articolo e foto...
    Domenico