"Si sa che la gente dà buoni consigli ... se non può più dare cattivo esempio."
- Fabrizio De Andrè
Osservare.
Pensare.
Costruirsi.
Purtroppo sempre più spesso si esalta l'approccio del "andiamo a minchia" spinti dall'errata convinzione del dover andare contro le regole e del distinguersi dai canoni formali. Sempre più spesso ci sono personaggi, ed è brutto dire anche di una certa età che dovrebbero avere una saggezza d'altri tempi, che spingono nuove leve a fregarsene del paragone col passato, a non studiare, e peggio ancora a non prendere come riferimento il passato.
Questo accade spesso nelle attività artistiche, e spessissimo in fotografia, dove si nascone una incapacità tecnica, e soprattutto espressiva, con le solite scuse dello stile personale o del "errore voluto", per non ammettere i propri limiti.
L'osservazione del passato è, in ogni ambito, fondamentale per capire e crescere. In ambito fotografico, ha ancor più valenza, per il semplice fatto che è un'arte giovane e che necessita una forte base tecnica. Questo ci evita di reinventare l'acqua calda e ci aiuta ad ampliare moltissimo il tema inserendoci in un percorso ben definito.
Il pensare, durante questo percorso, presto o tardi ci porta ad accorgerci di quante vie e incroci è costruita la nostra strada e consapevolmente deviare dalla principale per percorrerne una nuova.
Abbiamo costruito così un percorso personale, ma soprattutto abbiamo costruito noi stessi. La fotografia, a mio parere, più di ogni altra arte visiva è quella che trasmette dell'artista la sua anima. Consapevole di immedesimarsi con il soggetto ripreso, sia esso umano che un paesaggio, da visibilità all'osservatore di una emozione e di un messaggio capace di destarsi dal torpore dei vincoli preconcetti, esplodendo emotivamente.
Un esercizio importante da fare è quello di trovare un fotografo (o più) di riferimento, studiarlo/i per cercare di capire cosa risveglia in noi stessi e perchè proprio il suo modo di scattare e di essere è per noi importante. E' il passo fondamentale per capire noi stessi e la nostra fotografia alla faccia di chi vuole insegnarci ad essere ciò che non siamo.
La cosa peggiore della situazione attuale, è che si va verso la distorsione di concetti dove stili, concetti e generi vengono snaturati a causa di personaggi che hanno una cultura fotografica inversamente proporzionale alla loro capacità mediatica.... e il discorso potrebbe essere ampliato a molti altri ambiti.
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maxfarphoto (venerdì, 25 ottobre 2013 15:39)
Un bell'approfondimento che condivido, accompagnato da belle fotografie.
Vedo con piacere che Paola ti "sopporta" sempre...
giulio (martedì, 29 ottobre 2013 20:58)
Concordo in pieno con quanto hai scritto Emiliano.
Ottime foto!
maiemy (mercoledì, 30 ottobre 2013 14:16)
Grazie mille dei commenti.
La fotografia deve essere emozione, soprattutto personale, e questa emozione deve essere sincera e nascere da dentro. Se diamo spazio a falsi "maestri", non facciamo altro che lasciar spazio al nulla creativo.
Andrea (giovedì, 31 ottobre 2013 15:16)
Filosofo/fotografo... ;-)
Bravo Emiliano, sempre avanti per la propria strada!
Domenico - Sem (giovedì, 07 novembre 2013 15:53)
Emiliano l'importante è proseguire per la propria strada e cercare di proporre qualcosa di nuovo ... tu mi pare lo stia facendo molto bene!!