Architettura in bianconero - di Andrea Dal Mas

La prima fotografia in assoluto, riconosciuta come tale, è stata una foto di architettura, ad opera di Joseph Nicéphore Niépce nel 1826 e rappresenta la “semplice” vista degli edifici dalla finestra del suo studio.

 

Da quella data la fotografia propriamente di architettura ha avuto una notevole importanza e sviluppo in vari settori: inizialmente utilizzata per mera documentazione di cantiere o commissionata dagli stessi architetti per archivio e pubblicità delle proprie opere realizzate, si è evoluta fino a farla diventare vera opera d’arte grafica.

Si possono tutt’ora riconoscere vari “sottolivelli” quando si parla di foto di architettura, non sempre con confini ben definiti; in particolare si possono considerare le più classiche rappresentazioni dei volumi e delle forme di un edificio (storico o moderno), con dei criteri tecnici che possono ricondursi alla visione “rinascimentale”, ovvero viste frontali e prospettiche che come “regola base” impongono le linee di fuga verticali perfettamente parallele e con particolare relazione geometrica tra proporzioni e distanze.

Ovviamente come tutte le regole o la si accetta “in toto” oppure la si vìola consapevolmente, a volte esasperando anche la prospettiva verticale, giocando con le linee di fuga, spesso con ottiche molto ampie e senza l’utilizzo di lenti decentrabili. La rappresentazione delle forme, del volume e dei particolari costruttivi di un edificio è comunque garantito, ma con una forma di arte maggiore, rispetto alla visione più tecnica del rinascimento.

Nella seconda metà del secolo scorso, inoltre, l’arte e l’inventiva dei fotografi hanno preso il sopravvento ed assieme alla rappresentazione di una architettura sono stati introdotti altri elementi esterni, ad esempio per rafforzare o contrastare le linee e le forme architettoniche. L’estrazione di un semplice dettaglio architettonico, poi, può essere talmente esasperato da ricadere nella pura forma grafica.

In tutto questo il bianconero è un ottimo trattamento per la riproduzione di architetture, perché spesso eliminando le distrazioni del colore, si aggiungono informazioni sulle forme e sui volumi con la semplice modellazione della luce ambiente nel quale è immerso il soggetto. Il colore è fondamentale solo quando è necessario avere informazioni ad esempio da affreschi, decorazioni o particolari forme architettoniche ove il colore è il vero protagonista della scelta architettonica, ma chi vi scrive ritiene che, nella maggiorparte dei casi una buona scala dei grigi, spesso trattata per zone, possa far apparire in tutto il suo splendore le opere ritratte.

 

Andrea Dal Mas

 

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Commenti: 4
  • #1

    maxfarphoto (martedì, 19 novembre 2013 17:24)

    Un bell'articolo tecnico corredato da belle immagini!

  • #2

    giulio (mercoledì, 20 novembre 2013 16:14)

    Molto interessante. Ottimo articolo e ottimi scatti.

  • #3

    Domenico - Sem (venerdì, 22 novembre 2013 20:10)

    Un bell'articolo Andrea, belle anche le immagini a corredo!

  • #4

    Vito (stradon) (venerdì, 13 dicembre 2013 07:48)

    Bravissimo Andrea!