La morte di una nave

Il 13 gennaio 2012 la scellerata manovra di uno scellerato comandante fa sbattere sugli scogli dell'Isola del Giglio, perla tra le perle dell'Arcipelago Toscano, la Costa Concordia.

Il successivo parziale affondamento fa si che sarà per sempre ricordata come la più grande nave passeggeri mai naufragata.

 

 

Dopo oltre due anni e mezzo il relitto è stato riportato in galleggiamento e ha lasciato il Giglio per il suo ultimo, tristissimo viaggio fino alla sua sede di smantellamento: Genova, a meno di 5 chilometro dove, il 2 settembre 2005, fu varata in mare.

La manovra di ormeggio è avvenuta domenica 27 luglio 2014.

Il relitto verrà svuotato e progressivamente smantellato nel corso dei prossimi due anni, riciclato per circa l'80 %.

I costi del recupero e dello smaltimento del relitto penso saranno di difficile quantificazione.

 

Questo piccolo reportage è dedicato alle 32 vittime (31 delle quali recuperate, una ancora dispersa) di questa tragedia facilmente evitabile

 

Come sempre cliccare sulle immagini per aprirle a piena risoluzione

articolo precedente                                                                   articolo successivo

Scrivi commento

Commenti: 2
  • #1

    Andrea (martedì, 05 agosto 2014 21:57)

    Dal giorno del naufragio ho sempre seguito ogni singolo giorno la vicenda della nave, non perché ami il gossip o le tragedie, ma perché in questi 2 anni le faraoniche opere ingegneristiche per porre rimedio allo "scellerato" mi hanno sempre attirato, data l'unicità della cosa. Oltre alle vittime dedicherei il reportage agli uomini e donne che han permesso (e che stanno permettendo) il ritorno del Giglio al suo splendore... W gli ingegneri :-) ... e l'ingegno/impegno italiano!

  • #2

    maxfarphoto (mercoledì, 06 agosto 2014 13:08)

    Giustissimo Andrea sottolineare anche lo sforzo di ingegno per salvare il salvabile (che non è poco...tutto l'acciaio verrà recuperato e permetterebbe di rifarne un'altra uguale...non fosse che la proprietà sia passata agli assicuratori che l'hanno già girata alla società congiunta Saipem-San Giorgio che cura lo smatellamento...)
    Alla fine di tutto è un caso emblematico di noi italiani che, unici al mondo, siamo in grado di uscire da situazioni apparentemente senza via di uscita...e uscirne anche alla grande: nel traino dal Giglio a Genova il relitto non ha rilasciato in mare nessun inquinante...cosa non da poco considerate le condizioni