La protesta di Hong Kong

L'autunno 2014 ad Hong Kong è stato caratterizzato dalla protesta pro-democrazia subito ribattezzata "Umbrella Revolution".

Una protesta che ha visto occupate per circa due mesi una parte di Nathan Road a Mongkok e, ben più significativa, l'area di Admiralty dove si trova il cuore amministrativo di Hong Kong.

La protesta, guidata da un professore universitario, parte all'indomani di un pronunciamento del Comitato Permanente dell'Assemblea Nazionale del Popolo (NPCSC), organo legislativo cinese, in cui determina che, contrariamente all'articolo 45 della Basic Law che regola la regione ad Amministrazione Speciale (SAR), l'elezione del Chief Executive avverrà tra due o tre candidati proposti da un comitato di 1200 membri cui il popolo di Hong Kong dovrà esprimersi.

Questo contrariamente all'articolo 45 che propone il suffragio universale e anche contrariamente ad una decisione dello stesso NPCSC nel 2007 che proponeva di fatto l'elezione universale nel 2017.

La protesta ha avuto episodici scontri anche intensi tra manifesstanti e polizia, con i primi che hanno iniziato ad usare gli ombrelli per proteggersi dai gas lacrimonici e gli sprays al peperoncino usati dalla polizia.

Da qui la denominazione "Umbrella Revolution".

Il movimento inizialmente unito ha avuto uno spin off quando il movimento "Occupy Centra with Love and Peace" ha iniziato una lotta civile occupando Admiralty.

Nelle settimane a seguire non sono stati pochi gli episodi in cui anche membri delle Triadi, la potente mafia di Hong Kong, hanno attacdato i manifestanti col risultato che ancora più persone si sono unite alla protesta.

Durante il breve soggiorno a Hong Kong ho avuto la possibilità di visitare sia il "campo" di Mongkok che quello di Admiralty, dove i manifestanti si erano organizzati molto bene anche dal punto di vista logistico creando punti di discussione, lettura, studio, approvvigionamento e di pronto soccorso.

Il tutto con un forte sentimento di "Love and Peace"

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Commenti: 2
  • #1

    Andrea (martedì, 16 dicembre 2014 14:54)

    negli scatti della manifestazione trovo dell'apparente disordine nell'accampamento, che invece nasconde (guardando meglio) un ordine e rigore incredibile...
    bel reportage, forse "incompleto", mancano a mio parere altri scatti più coinvolgenti, più "interni" e meno "esterni"

  • #2

    maxfarphoto (mercoledì, 07 gennaio 2015 12:46)

    La cosa che più impressiona è per l'appunto il razionalismo maniacale anche in una manifestazione di protesta...l'ambulatorio da campo...i punti logistici di approvvigionamento...gli spazi per lo studio...la biblioteca...tutto molto "cinese"...