La stampa

Tornare a lavorare all'ingranditore mi ha permesso di riprendere dimestichezza con alcune tecniche di stampa e riscoprire il fascino "artigianale" delle stesse.

La possibilità di riprendere in mano negativi a distanza di mesi per esplorarli al fine di arrivare ad una differente interpretazione è un qualcosa che il "fast and furious" della fotografia elettronica ha fatto perdere di vista. Sottolineo: ha fatto perdere di vista...non sto affermando che non sia possibile, sto solo dicendo che nelle centinaia (migliaia) di immagini elettroniche che affollano gli hard discs facilmente non si sente più il bisogno di tornarvi sopra.

Prendo ad esempio la foto nella miniatura per spiegare meglio cosa intendo.

Questo scatto l'ho fatto circa un anno fa a Genova, sul far del tramonto, utilizzando una pellicola Ilford FP4+ esposta per circa un minuto utilizzando un filtro ND8 su tutto il fotogramma e un filtro GND2 sulla sola porzione del cielo.

Questa, che riporto, è frutto della semplice scansione con un leggero aggiustamento al contrasto in Lightroom e poi esposrtata in jpeg in formato web.

Si tratta di una fotografia che fa parte di una serie, continua, di lunghe esposizioni sul mare che ho deciso di riprendere all'ingranditore.

La procedura di stampa analogica prevede la determinazione di contrasto ed esposizione con un provino a scalare a cui fa seguito una prima stampa di lavoro. Con stampa di lavoro si identifica proprio quella stampa da studiare per arrivare al risultato prefissato in termini di contrasto e di espressione.

Nel caso di questa fotografia il risultato che avevo in mente era quello di "invertire" i toni e quindi dare una maggiore luminosità al mare e una maggiore drammaticità al cielo col fine di creare una sorta di "non-luogo"


La prima stampa di lavoro quindi è stata questa


Tutta con un grado di contrasto 2, 15 secondi di esposizione su tutto il foglio, mascheratura del mare e bruciatura per 30 secondi del cielo.

Già si intravede l'idea finale sopra anticipata ma non è ancora quello che mi prefissavo come vero risultato finale.

Per accentuare la drammaticità del cielo avevo bisogno di un contrasto maggiore che mi permettesse di anticipare i toni scuri e, pertanto, scurirli maggiormente al crescere dell'esposizione.

Quindi il passo successivo è stato quello di esporre un nuovo foglio sempre per 15 secondi con grado 2, mascherare nuovamente la parte del mare, sostituire il filtro con un grado 3,5 e finire l'esposizione con una bruciatura di 80 secondi


Il risultato è questo

Questa è una semplice scansione della fotografia finale senza alcun ritocco ed è esattamente ciò che mi ero prefissato...l'ho chiamata "Mare Tranquillitatis" perchè il paesaggio è abbastanza "lunare"


Si poteva fare tutto in photoshop partendo da un file digitale?

Sicuramente si, a patto però di aver avuto già chiaro al momento dello scatto come i toni sarebbero dovuti essere stati riportati sulla stampa...cosa però leggermente complicata in una fotografia a colori...

Altro luogo comune che andrebbe sfatato: si sarebbe potuto fare in molto meno tempo...

Non credo sia così: produrre questa fotografia al suo stadio finale che vedete qui sopra mi ha richiesto, al netto del lavaggio della stampa finale, circa una quarantina di minuti.

Siamo così tanto sicuri che provare a fare una stampa fine art da files digitali comporti meno tempo? La mia risposta, proprio per aver affrontato entrambe, è: no, non ci vuole meno tempo.

Siamo così sicuri che produrre una stampa del genere usando attrezzatura digitale costi meno? anche in questo caso, per averli provati entrambi, la risposta è: no, non costa meno. Questa stampa, al netto dell'investimento in attrezzatura che comunque costa meno di un semplice obiettivo luminoso che tanto vanno di moda in campo digitale, mi è costata, compresi provino e stampa di lavoro, circa 4 euro...ed è in formato non standard...



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Commenti: 2
  • #1

    Sandro (martedì, 01 dicembre 2015 15:00)

    Ho visto la stampa vera e la trasposizione informatica è peggiore.
    Riflettendo sui toni devo dire che il cielo appare incoerente rispetto al mare. Nessun cielo così scuro potrà mai riflettersi sull'acqua rendendola così chiara.
    Però è una tua interpretazione. Surreale, direi, alla René Magritte.

  • #2

    Max (martedì, 01 dicembre 2015 18:53)

    Grazie Sandro per il passaggio.
    E' vero, la versione finale è assolutamente incoerente ma come giustamente sottolinei volevo proprio rendere il posto sul litorale di Genova una sorta di "non-luogo"
    Ciao!