Fotografia? Immagine?

downunder
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In un'epoca in cui pressochè ogni anno si raddoppia la produzione di fotografia e in cui qualche miliardo di persone ha una macchina fotografica in tasca, ragionare in termini di comunicazione per immagini diventa quanto mai attuale.

A tal proposito si parla di neofoto, anche se, a pensarci bene, non sono un'invenzione di questi anni: forse già la Brownie inventata da Kodak a fine XIX secolo era strumento dedicato a tale "pratica".

Il problema è che proprio per questa nuova produzione diventa sempre più dibattuta la questione se sia fotografia.

Per arrivare generalmente alla conclusione che cataloga tutta quella produzione come una sorta di melma, come a sottolinearne alcun valore.

Non concordo affatto con questa valutazione.

All'inizio del XX secolo Alfred Stieglitz, personaggio ingombrante, distinguendo tra photograph (fotografie) e picture (immagine), considerava la prima più o meno il prodotto del semplice funzionamento della fotocamera, mentre definiva picture (più propriamente "quadro") solo la fotografia premeditata, consapevole, selezionata, formalizzata, infusa di bellezza e di senso. In questo di fatto ribaltando quello che è il preconcetto attualmente più diffuso tra tanti fotografi, per i quali la parola sacra è fotografia, mentre immagine è qualcosa di meno, di volgare, utilitario, banale, sciatto.
Stieglitz pertanto rivendica per la fotografia il diritto di parlare in prima persona, di avere un proprio linguaggio, senza doversi giustificare nell'estetica della pittura, dell'arte, della grafica; tuttavia impone il preconcetto per cui la fotografia deve tendere alla perfezione della picture oppure restare nel limbo senza importanza del banale e delle cose senza valore.

crossings
crossings

La considerazione delle "neofoto" esattamente alla stregua delle photographs di Stieglitz senza andare oltre, senza andare a vedere che al momento sono strumento di comunicazione estremamente "gassoso" (neanche "liquido") che permettono davvero di comunicare in tempo reale...ovvero sono fotografia propriamente detta
Relegarle sempre alla stregua di melma sta a significare non averne compreso il potenziale in termini di nuovo linguaggio: cosiccome l'album di famiglia era una potentissima macchina relazionale (grazie Kodak!), la "neofoto" ne è la sua versione "gassosa" e ancora più potente.

Se non consideri la "neofoto" come fotografia è, paradosso, proprio perchè consideri la fotografia come una delle belle arti, che periodicamente viene impugnato contro ogni minaccia della fotografia di massa.

Questo è il paradigma che intasa la storia della fotografia.

SQ368
SQ368

In realtà la fotografia è anche arte, ma non solo arte.

E' "comunicazione"...è "linguaggio"...e la neofoto ne è in questo momento l'espressione più emblematica (se ti fai un selfie mentre fai un linguaccia ti stai facendo un emoticon personale per comunicare qualcosa...oppure se usi le fotografie per raccontare qualcosa: un viaggio...una cena...) e potente.

Ancor di più oggi: come linguaggio ha sempre qualcosa da dire...a differenza di tante pictures che nella loro precisione formale, scimmiottando questo e quello, alla fine restano vuote e fini a loro stesse

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Commenti: 2
  • #1

    Lorenzo (sabato, 10 settembre 2016 09:50)

    Ottimo spunto di riflessione che solo un fotografo comunicativo può fare. Anche se, ad oggi, raggiunta una perfezione stilistica e formale, più e più volte reiterata, clonata e riprodotta, riconduce all'idea della fine della Fotografia realizzata in siddetto modo, mentre riporta in auge il concetto di quella che chiami Neofotografia. Purtuttavia, nel concetto di Immagine, oltre alla premeditazione, studio e conoscenza dell'apparecchio, può venir fuori il fotografo "creatore" di immagini, altrettanto comunicative e anche originali: molta fotografia pubblicitaria gode delle possibilità del digitale, e anche delle idee del Fotografo Pubblicista.

  • #2

    Max (venerdì, 16 settembre 2016 08:45)

    E' giusto quello che affermi Lorenzo, però un "creatore" di immagini come lo descrivi lo avvicino di più al pittore nella camera obscura che al fotografo...perchè a mio parere, aggiungendo ulteriore spunto di riflessione, la potenza della fotografia sta anche nella sua automaticità con tutto ciò che ne consegue